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Luciano benetton rossella benetton
Patrimonio netto della famiglia benetton
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Quattro membri della famiglia italiana Benetton (pronuncia italiana: [benetˈton][1]) hanno fondato l’azienda di moda Benetton Group S.p.A. nel 1965.[2] I tre fratelli e una sorella sono tutti nati a Treviso, Veneto, Italia. Il loro padre possedeva un negozio di biciclette.[3] Attraverso Edizione, una holding finanziaria, controllano una serie di altre attività tra cui il 30% di Atlantia S.p.A., un operatore di quasi due terzi delle autostrade italiane, il 60% di Autogrill, una catena di ristoranti su strada, e investimenti nel settore alberghiero tra cui l’Hotel Monaco & Grand Canal a Venezia, Italia.
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Il loro padre possedeva un negozio di biciclette. Attraverso Edizione S.r.l., una holding finanziaria, controllano una serie di altre attività tra cui il 30% di Atlantia S.p.A., un operatore di quasi due terzi delle autostrade italiane, il 60% di Autogrill, una catena di ristoranti su strada, e investimenti nel settore alberghiero tra cui l’Hotel Monaco & Grand Canal a Venezia, Italia.
Luciano Benetton (nato il 13 maggio 1935) è attualmente nel consiglio di amministrazione come amministratore non esecutivo. È anche nel consiglio di amministrazione di Edizione S.r.l.. Dal 1992 al 1994 è stato Senatore della Repubblica Italiana per il Partito Repubblicano Italiano. Ha quattro figli, Mauro (nato il 15 giugno 1962), Alessandro (nato il 2 marzo 1964), Rossella (nata il 23 giugno 1965) e Rocco (nato il 29 settembre 1969). Vivono tutti a Treviso.
Giuliana Benetton (nata l’8 luglio 1937) è attualmente nel consiglio di amministrazione sia di Edizione S.r.l. che di Benetton Group. Ha avuto la responsabilità di pianificare le collezioni di maglieria di Benetton e di coordinare le linee di prodotto. Giuliana ha iniziato l’attività di famiglia lavorando a maglia i maglioni che suo fratello Luciano faceva pedalare in bicicletta. È sposata e ha quattro figli, Paola, Franca, Daniela e Carlo.
Luciano benetton
For half a century, the Benetton family has sailed, driven by success all over the world, but the trail of grief that began two years ago continues in a cursed tangle of private and collective mourning, with the massacre of the Morandi Bridge in Genoa as the apex of the parable. So in the Porsche Panamera of the crash on the Feltrina road, in Montebelluna (Treviso), there was the son-in-law of the late Gilberto Benetton. “I’m shocked and speechless but I’m not to blame,” he declared to the Gazzettino upon leaving the hospital, with a prognosis of 30 days for head trauma and sternum fracture.
Carlo benetton
The Italian government, the first to be formed by populist parties in Europe, is clear about who is to blame for the collapse of the Morandi Bridge in Genoa. The accusing finger is pointed at Autostrade per l’Italia, the company that holds the concession for the A10 freeway that passed over the viaduct, owned by Atlantia. The Benetton family, through Edizione SL, owns 30% of Atlantia.
The Benettons are one of the great families of Italian industry. Until now they have been untouchable because of their great contribution to the economy of the third euro economy and their close relationship with politicians of all kinds (from Silvio Berlusconi to Romano Prodi) and several media (Il Sole 24 Ore, Caltagirone Editore).
After a meeting with the Public Prosecutor’s Office, the Prime Minister, Giuseppe Conte and Civil Protection, Di Maio insisted that they will revoke the concessions, although theoretically they should compensate the company for doing so. Instead of this measure, they could impose fines.
Infrastructure Minister Danilo Toninelli, also of 5 Star, echoed Di Maio’s message in which he denounced how the Benettons had financed other political parties in Italy.