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Stone island bologna spaccio
Felpa stone island
Stone Island nasce nel 1982 da un’idea di Massimo Osti, che dopo aver studiato vari tipi di tessuto, si concentrò su una tela bicolore utilizzata dai camion. Osti provò un trattamento stonewashed estremo e il risultato fu sorprendente.
Così Osti ribattezzò questo tessuto ‘star canvas’ e sviluppò una collezione di sette cappotti, declinati in sei varianti bicromatiche e inventò il nome ‘Stone Island’, che deriva da due parole inglesi ricorrenti nei romanzi di Joseph Conrad, da un lato capaci di evocare il look nautico dei tessuti, che ricordano i teloni corrosi dal mare e dal sole, e dall’altro l’aspetto militare che ha ispirato la costruzione dei capi dominati dalle caratteristiche tipiche del workwear, dove la forma è dettata principalmente dalla funzione e non dall’estetica.
Da li’ inizia una storia di successo di cui fa parte Carlo Rivetti, che acquista l’intero marchio nel 1993, concentrandosi nello sviluppo commerciale, stilistico e produttivo di Stone Island con importanti risultati di crescita e sviluppo, senza mai dimenticare i concetti principali fatti di sperimentazione e ricerca su tessuti innovativi, materiali e trattamenti unici.
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Da quando il marchio è stato lanciato nel 1982 dal leggendario designer Massimo Osti, Stone Island ha costruito la sua reputazione per la qualità, lo stile e l’innovazione sulla base delle sue collezioni di capispalla davvero sorprendenti.
Stone Island è un marchio italiano di Sportswear Company (SPW) con sede a Bologna. Il marchio è stato creato dal designer italiano Massimo Osti nel 1982 come linea secondaria o collezione di diffusione della sua etichetta principale C.P Company. Il marchio si è specializzato nel trattamento superficiale dei tessuti e nelle tecniche di tintura.
Stone Island outlet si è affermato come leader nell’outerwear nel 1982, e ha creato più di 40.000 capi diversi ispirandosi alle uniformi militari e all’abbigliamento da lavoro. Attraverso la tecnologia e la ricerca, offre capi ad alte prestazioni e un sicuro stile urbano.
La gamma Stone Island comprende tutti i tipi di cappotto, dai piumini agli impermeabili, ai cappotti eleganti. Tessuti e hardware sono progettati per resistere a tutti i tipi di tempo, con finiture riflettenti o termocromatiche che permettono al capo di cambiare aspetto a seconda dell’ambiente esterno a cui è esposto.
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A Stone Island non piace pensare a se stessa come a un marchio di moda. Ma non nel senso del cliché “è uno stile di vita”; Stone Island non si preoccupa tanto degli ultimi stili di questa stagione quanto del futuro. È un’azienda che si concentra sui dadi e i bulloni del design, ingegnerizzando i tessuti e costruendo i capi per essere più forti, più intelligenti, più efficienti. Eppure, Stone Island è stata pioniera di molte delle idee che oggi definiscono la moda con la F maiuscola. Ha, a suo modo, scritto il libro. Ora, l’ha fatto letteralmente.
Stone Island: Storia, in uscita da Rizzoli il 6 ottobre, è una monografia completa che descrive in dettaglio la genesi del marchio da una fabbrica in un piccolo paese dell’Emilia-Romagna a un culto globale dell’abbigliamento sportivo. Non è un’esagerazione: dalla sua fondazione nel 1982, Stone Island ha ispirato un fervente seguito tra le sottoculture, dai paninari (gli adolescenti italiani degli anni ’80 che andavano matti per il lusso) ai fanatici del calcio britannico e agli MCs dell’hip-hop americano, tutti orgogliosamente identificati dal distintivo della bussola di Stone Island. Nonostante l’ampio consenso, la storia del marchio italiano non è particolarmente nota. A differenza della maggior parte delle case di moda convenzionali, Stone Island non tira fuori spesso il suo patrimonio. Di conseguenza, è raramente riconosciuto per le strade che ha aperto per l’abbigliamento maschile e lo streetwear come li conosciamo noi.